Immaginate ora quante occasioni dovesse egli avere di soccorrere quei miseri che stentavano intorno a lui, com'egli stesso aveva stentato nella sua giovinezza. A lui si ricorreva da tutti per soccorso e per consiglio, egli era a capo di tutte le opere di beneficenza, di tutte le collette, in tutte le occasioni che il colèra, la carestia, o qualche altro flagello sovrastasse ai suoi poveri concittadini. La fama delle sue opere uscì a poco a poco dal rione dove abitava e si diffuse per la città e fuori. Divenne Console delle repubbliche dell'Equatore e dell'Uruguay; e quando il Principe Umberto fu a Napoli nel 1864 volle, invitato, onorare della sua presenza in una splendida festa la casa del benefattore dei poveri.
Il giorno che si sparse la nuova della morte del Ragozzino due anni or sono (1866), tutto il popolo del Mercato fu colpito come da una propria e grande sventura. E migliaia di persone fecero splendido corteo alla salma dell'operoso cittadino, del povero che, arricchito col lavoro e con la rettitudine, era diventato il padre dei poveri.
Domenico Morelli
Uno dei primi artisti viventi, ben noto in Italia e fuori, Domenico Morelli, nacque, com'egli m'ha francamente raccontato, in Napoli intorno al 1825, da parenti poverissimi. Nè egli ha acconsentito a fornirmi particolari della sua vita combattuta se non dopo aver inteso come non si volesse qui glorificare il pittore, ma far noto semplicemente quanto sforzo di volontà gli fosse costato il muovere i primi passi nella via ch'egli tiene nell'arte.
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