Pagina (109/482)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Nella sua infanzia egli rimase orfano del padre, e venne affidato alle sole cure della madre, una buona e religiosa massaia, amorosissima dell'unico figliuolo, ma desiderosa d'avere, quando che fosse, il prete in casa. La prima educazione del Morelli consistè nel leggere, scrivere, e saper latino, di cui fu imbrogliata la sua mente da preti che gliel'insegnavano con salario e senza, finchè i maestri n'ebbero pazienza. Esaurita questa, e difettando alla madre del Morelli il vitto nonchè la moneta necessaria per continuar l'educazione del fanciullo, le fu consigliato di metterlo, verso i dodici anni, presso Innocenzo Bandiera, costruttore, a quel tempo, di strumenti di fisica della Università. Il fanciullo profittava poco nell'arte, come poco frutto avea fatto col suo latino: gli dava gusto invece in quella tenera età soffermarsi, nell'andare e nel venire dalla bottega, in via Mozzacannone e guardare le figure di santi dipinte da quei pittori d'immagini, dove si rimaneva con tanto d'occhi un bel pezzo, e gli pareva che gli si scoprisse un nuovo mondo.
      Non appena potè, la madre tornò al suo vecchio proposito del prete, e mandò il figlio a scuola dei Gesuiti, dove riuscì al Morelli un giorno di avere un pastello da un compagno, di cui si servì ad imbrattare ogni briciolo di carte che gli capitava a casa o in scuola. Un prete amico di casa regalò in quel tempo al Morelli una copia dei Promessi Sposi, che vennero a proposito a ravvivargli la mente intorpidita dal latino gesuitico, e ad aprirgli un largo campo al suo solito fantasticare e sgorbiare con matite e colori oggetti e personaggi di ogni sorta.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





Morelli Morelli Innocenzo Bandiera Università Mozzacannone Gesuiti Morelli Morelli Promessi Sposi