La solita sentenza di riprovazione non mancò neppure questa volta al Morelli, che aveva arrischiato un suo quadretto sul tema del Saul calmato da Davide; ma un usciere benevolo gli aveva riferito di aver ascoltato di dietro alla porta che un professore aveva detto del suo quadro - C'è qualche cosa qui dentro: costui io proprio lo manderei a Roma. - Questa frase sola valse pel giovinetto quanto il premio stesso, e bastò a consolarlo di tutte le sue noie passate.
In quel tempo egli si era guadagnato finalmente qualche lira, della quale si giovava per iscusarsi quasi con la madre del suo amore per l'arte, dipingendo alcune rappresentazioni di storia negli Asili infantili che allora si cominciavano ad aprire in Napoli, o acquarellando qualche litografia per la spalliera delle sedie che alcuni a quel tempo usavano figurate delle battaglie napoleoniche. A quel tempo, l'avvocato Francesco Paolo Ruggiero, ministro poi delle finanze di Napoli nel 1848, ora deputato, che l'avea conosciuto e protetto con affezione fin da fanciullo, accortosi della mirabile costanza del giovane e persuadendosi che abbondasse d'ingegno artistico, che solo dovesse correggersi con lo studio dell'antico, gli assegnò dodici carlini al mese, col patto che egli disegnasse il Laocoonte dal gesso che è nel nostro Istituto.
Con queste preparazioni un bel dì il Morelli riuscì il primo della classe in un doppio concorso del nudo dipinto e disegnato; il che d'un tratto gli procacciò una grandissima autorità fra' compagni, e gli aprì la via ad altri studi ed a maggior fiducia in sè stesso.
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