Di che il giovanetto si tenne per contentissimo, ed essendo molto ingegnoso, imparò ben presto a fare tutte sorti di cornici a chiaro scuro; per il che il Basoli in capo a un mese, gli crebbe la mercede di altri dieci baiocchi.
Ora io credo che nessuno soffrì sì grandi disagi, come questo buon giovane; pur era lieto di quella sua vita tanto povera e faticosa. Sappiamo che passava le giornate intiere col suo maestro; ma qual fosse il suo alloggio al sopravvenir della notte lo racconterà egli stesso con le sue parole:
«Il mio alloggio poi era incognitamente nella ritirata interna d'una porta nella sala del palazzo comunale sulle panche, ove si facevano le sedute: ma incominciando a far freddo, mi comprai un pagliaccio nella via Imperiale e lo pagai otto paoli; e presa a pigione una soffitta nel largo della Paglia, vi passavo la notte studiando.
«Non mancava in questo tempo di andare indefessamente la sera all'accademia di belle arti, ove furono i miei maestri il Marconi in ornato, l'Ontolini in architettura, ed il professor Santini in prospettiva, dai quali fui tanto amato, che mi obbligarono a concorrere nel secondo anno di mia dimora in Bologna; ed ottenni i premi in prima classe in ornato, ed un premio piccolo curlandese in architettura d'invenzione». Così con tutta ingenuità il nostro Luigi.
Il quale fattosi un po' di credito, e accendendosi tuttavia in maggior desiderio d'imparare, accadde che il Basoli si ammalò; onde si pose alla scuola di Luigi Cini, anch'esso celebre per gli ornati; ma poi accortosi che il suo nuovo maestro era più povero di lui, deliberò di star da sè.
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