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      Allora conobbe come sia sconsigliabile per l'uomo vivere solo, e alla discrezione dei servi; e se bene fosse stato sino a quel dì avverso alle nozze, cominciò a porvi il pensiero. Uscì da quella casa, e prese stanza nel palazzo Trulli al Quirinale, ma anche questa abitazione non piacendogli, comperò poi una casetta in via Felice (numero 138) come a suo luogo vedremo.
      Intanto, tenendo sempre rivolto l'animo a prender moglie, avvenne che una notte d'estate (correva l'anno 1822) gozzovigliando in brigata con alcuni artisti suoi amici, tutto ad un tratto venne loro in capo, essendovi un bellissimo chiaror di luna, di fare una gita a piedi a Genzano, delizioso paese, a diciotto miglia da Roma. Detto fatto si partirono; e arrivati là che era giorno chiaro, presero posto all'osteria; poi levatosi già il sole, se ne andarono a diporto per un luogo tutto ombrato di olmi detto l'Olmata. Ed ecco due ragazze, molto belle ed in età di marito, passare per quel luogo. Il Rossini giovane, di spiriti vivissimi, e tutto faceto e piacevole, innamorato di quelle bellezze, si fece loro incontro con lietissimo viso; ma quelle tra vergognose e confuse subito fuggirono.
      I compagni di Luigi risero assai di questa cosa; ma egli insistendo, fu sollecito a investigare e domandare, e trovò che erano figliuole di Filippo Mazzoni, farmacista del luogo. Gli bastò, nè cercò d'altro; e tutti allegri, come ciascun deve credere, si rimisero poi in via per tornare a Roma.
      Non passarono molti dì che il Rossini, il quale non pensava ad altro, se non di riveder quanto prima la giovane che più gli era piaciuta, senza far parola agli amici, e tolto seco un suo lavorante molto fidato, se ne tornò a Genzano; e andò diritto a casa Mazzoni; e presentatosi al farmacista, disse com'egli era così invaghito della sua figliuola Francesca, che di buon grado l'avrebbe tolta per moglie.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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