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      Allora il giovane, credendo salvarsi da quel pericolo, gittossi dal carrozzino a terra, e per la caduta che fece gli si staccò dal piede e si spezzò l'osso anteriore della gamba destra, tanto che uscì dalle carni. Era in sul tardi, come dicemmo, ed il luogo quasi deserto, sì che passarono più di due ore prima che potesse essere portato a casa sua. Come la tristissima notizia giunse al suo misero padre, e poco dopo vide dinanzi a sè il figliuolo così mal concio, pallido e sanguinoso, tanto dolore entrò nel cuor suo, che subito fu preso da paralisi. Fatto venire il Baroni, che aveva fama di essere il miglior chirurgo che fosse in Roma, questi non sapendo risolversi di fare il taglio della gamba, tanto tardò che poi non fece a tempo; onde il povero giovane, dopo diciannove giorni, morì di spasimo nelle braccia del padre suo.
      Il quale da quel giorno innanzi, non potè più ricevere nè allegrezza nè conforto; gli si ridestarono più forti i dolori che già aveva cominciato a sentire nella spina dorsale: dovè mettersi a letto e spesso dallo spasimo era tratto fuori de' sensi.
      In questo penoso stato durò ben cinque anni. E non ostante che fosse così tormentato dal male (tanto era l'amore che portava alla sua arte) si conturbava, e dolevasi grandemente che dovesse rimanere incompiuta l'opera dei Principali fòri di Roma antica, ch'aveva misurati e disegnati, e incise quaranta tavole.
      Ma già le forze gli mancavano e la mattina del 22 di aprile 1857, nell'età di sessantasei anni e quattro mesi, venne al termine della mortale vita.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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