Il viaggiatore indignato, mandò con uno spintone il vetturale contro al muro, e questi trasse di tasca un coltello, e lo ferì in una mano. Il ferito, col braccio al collo, andò in città alla questura.
Gli fu detto che prima di tutto si doveva munire d'un certificato regolare del chirurgo del paese. Il paese ha un solo chirurgo, e questo era in visita fuori.
Il ferito doveva ripartire: non potè avere il chirurgo, nè pel certificato, nè per farsi medicare la mano: se ne andò senz'altro. Il vetturale non ebbe molestie.
Il secondo viaggiatore fu salvato da un amico che era venuto ad aspettarlo con una carrozza, guidata da un vetturale che raramente dava coltellate.
- Da che, disse l'amico, secondo quello che mi avete scritto, volete fermarvi solo poche ore a Terni, ho pensato di portarvi subito a vedere la cascata del Velino. Non si deve passar qui senza goder quello spettacolo.
Salirono in carrozza. Uno dei due era giovane, l'altro, il nuovo venuto, d'età matura.
Il primo faceva-vedere al secondo la bella vegetazione di olivi dietro Terni, lungo la via di Rieti, ch'è pur quella che mena alla cascata, il bel poggetto dove è il villaggio, chiamato anche oggi col suo antico nome romano di Papinio, rinomato per le sue gustosissime pesche, un altro villaggio più sopra di Miranda, quindi la bella valle Nerina, in cui povera d'acqua serpeggia la Nera, che poi a un tratto ingrossa, ricevendo le acque impetuose della cascata.
Per la salita, la carrozza era perseguitata da uomini che si proferivano a far da guide; il giovane, pratico dei luoghi, s'affaticava a dire loro che non c'era bisogno.
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