Il difetto di essi non lo scoraggiò affatto, chè anzi aguzzando il suo ingegno seppe supplire a ciò che ancora gli abbisognava col meschino guadagno che ritraeva dalla vendita dei nòccioli delle ciliegie e delle albicocche, che con ben solcate incisioni l'industriosa sua mano trasformava in aggraziati minuti oggetti d'ornamento.
Frammettendo il lavoro intellettuale sui libri a quello materiale sul cuoio e sui nòccioli dei frutti, il Massini, con lo studio indefesso addivenne in breve professore delle matematiche discipline, ne fu proclamato dottore nel 1831, e poco tempo dopo, dalla stessa cattedra da cui egli aveva attinto l'insegnamento dell'Introduzione al calcolo e del Calcolo sublime, egli dettava lezioni con ammirevole maestria. Dall'umile deschetto ove si tratta la lesina e il cuoio al seggio di una cattedra la più alta e sublime, è prodigioso il passaggio; ed il Massini, anche se per un sentiero sparso di triboli e spine, pure progredì sempre per esso ben volonteroso e perseverante.
Ottenuto che egli ebbe la cattedra, non rimase contento del già imparato, ma col sussidio dei suoi colleghi, e della larga suppellettile di scelti libri, per l'acquisto dei quali impiegò la maggior parte dei limitatissimi suoi guadagni, apprese a fondo la Meccanica, l'Idraulica, la Fisica, l'Astronomia, e nel corso della sua vita espose dalla cattedra ancor queste difficilissime scienze con quella precisa chiarezza, con quell'ordinata spontaneità e con quel pieno possesso che caratterizza il profondo conoscitore.
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