Dopo tante applicazioni allo studio, dopo così indefesso lavoro della sua mente, la sua salute cominciò a deperire, i sensi rimasti s'intorpidirono, la sua intelligenza, già tanto lucida, s'offuscò e s'indebolì in una maniera notevolissima, i moti degli arti inferiori si resero tardi, e poscia impossibili, e dopo tanta prostrazione di forze morì nel 1863.
Certo, la vita del Bruschi ci porge uno dei più maravigliosi esempi della potenza della volontà contro le più crudeli sventure. I dotti d'Italia che lo visitarono hanno lodato l'operosità della mente e la bontà dell'animo dell'illustre cieco, e nessuno che ripensi al modo in cui colla face della scienza egli seppe illuminare la notte materiale in cui fu costretto a vivere, può a meno di sentirsi per lui compreso da venerazione.
CAPITOLO SESTOFIRENZE, SIENA, LIVORNO, PISA, LUCCA
Foscolo e Byron - Galileo e Redi - Un brano delle Memorie del Goldoni - La festa di Fiesole - Pietro Thouar - Fonte Branda - Gl'intagliatori senesi - Giovanni Duprè - Pietro Giusti - Lorenzo Ilari - Pasquale Franci - Ricordi e biografie del signor Francesco Pera - Ernesto Rossi - Giuseppe Orosi - Salvatore Marchi.
Ugo Foscolo in Toscana scriveva
«... In queste terre beate ove si ridestarono dalla barbarie le sacre muse e le lettere, dovunque io mi rivolga, trovo la casa ove nacquero e le pie zolle dove riposano quei primi grandi Toscani: ad ogni passo ho timore di calpestare le loro reliquie. La Toscana è tutta quanta una città continuata, è un giardino, il popolo naturalmente gentile, il cielo sereno, e l'aria piena di vita e di salute.
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