Pagina (171/482)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Fu preso allora d'un amore ardente per la lingua, non quella di tanti discorsi accademici e di tanti libri, ma la lingua schietta, pura, semplice, naturale.
      «A forza dunque di studiare sul vero, il Thouar giunse a farsi uno stile piano, scorrevole, pieno di serenità come una bella mattinata del nostro cielo toscano, stile in cui egli fu eccellente maestro e che ha servito a tanti di lezione. Fra gli altri ho sentito raccontare che il nostro Manzoni si è sempre dilettato di quella facile prosa del Thouar, di cui sul proprio tavolino egli tiene sovente i Racconti.
      «Il Thouar, come amava la lingua viva, così aveva nel concetto che la letteratura non ha da essere una lettera morta, ma sibbene una immagine animata della natura e della vita. E la natura amava di affetto profondo, e il dolce aspetto dei campi aperti, dei verdi poggi, dei cieli sereni gli rallegrava lo spirito: e dal lungo passeggiare per la campagna toscana, gli veniva conforto all'anima ed al corpo. Era camminatore infaticabile, e alcuni suoi compagni di scuola ricordano ancora come egli si fosse fatto il loro svegliarino e condottiero. Tutte le domeniche, prima del far del giorno, il nostro Pietro balzava dal letto, usciva fuori, andava alle case degli amici, li faceva destare, e in cinque o sei si mettevano alla campagna, salivano per le colline circostanti; e cantando lietamente, e discorrendo di storia e d'altro spendevano la loro giornata in marce forzate: poi rientravano in Firenze fieri e contenti.
      Ma accompagnato o solo, il Thouar era un indefesso osservatore delle cose e degli uomini.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





Thouar Manzoni Thouar Racconti Thouar Pietro Firenze Thouar