Nulla d'esagerato, nulla di forzato, di eccessivamente spinto, in quelle sue semplici storie. Sia che v'introduca nel tugurio, sia nel palazzo, cerca sempre d'ispirare la pietà per il misero che langue, e il perdono pel fortunato che si dimentica dei suoi doveri: certe piaghe egli tocca, ma con mano prudente, nè tutto osa sollevare il velo da cui sono coperte. Alcuni lo dissero troppo ottimista: ma alla bontà del suo animo ripugnava svelare in tutta la sua deformità il vizio, e del resto lo scopo a cui erano rivolti i suoi Racconti gl'imponeva dei riguardi, che egli doveva e voleva rispettare. Giova ricordarsi che egli scriveva per ragazzi e per giovanetti: questa era la sua missione, e chiuso in tali limiti non poteva oltrepassarli senza incorrere nel pericolo che i suoi scritti venissero a deviare da quell'intento a cui dovevano servire. Fra i Racconti per il popolo, Le Tessitore e La Buona Madre sono due storie da cui la gente artigiana potrà sempre ricavare utili insegnamenti. Il Thouar voleva che la pittura della virtù superasse quella del vizio, sapendo bene come i virtuosi esempi abbiano valore di correggere e di edificare; così mirò sempre a che dalla lettura delle sue narrazioni l'anima uscisse sempre consolata, migliorata, commossa da dolce pietà, non straziata, non desolata, non abbattuta di lutti e di lugubri e tetre istorie.
«Trattò anche il Racconto storico, e bei modelli offerse nel Carlo Graziani, nel Cecchin Salviati, e più specialmente nell'Annalena, che sarà sempre un esempio da imitarsi per chiunque dal volume delle patrie istorie voglia ricavare materia di racconto abbellito dai colori della fantasia.
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