Poi fa nuovi libri, e riceve nuovi aiuti. Dà lezioni, assiste con i suoi consigli gli editori, diventa un maestro cercato e gradito molto. E allora presentandosi all'orizzonte un avvenire meno incerto, egli si determina a prender moglie. Il nuovo stato lo eccita a lavorare di più, e neppure mezz'ora della giornata è sprecata: i guadagni aumentano, ed egli aumenta le proprie comodità. Quantunque modestissimo, amava una certa eleganza non profumata, ma casalinga, ed eccolo soddisfare questi piccoli e grati bisogni, e lavorare sempre, e divertirsi talvolta, sino a che arrivò a formarsi un interno di casa comodo e piacevole. E tutto ciò da sè, col lavoro, colla sobrietà, col risparmio chè nessuno più di lui avrebbe potuto appropriarsi quei versi del Parini:
«Me non nato a percuotereLe dure illustri porte,
Nudo accorrà ma liberoIl regno della morte.»
Moriva il primo del mese di giugno, vigilia della festa nazionale, alla quale egli con tanta gioia avrebbe assistito conducendo in coro i suoi piccoli scolari a cantare gli inni alla patria italiana!
Quella sera stessa, mentre la sua salma era ancora in casa, fu visto alla sua finestra sventolare la bandiera tricolore e accesi i fanali: così la vedova desolata credeva soddisfare a un desiderio dell'amato consorte, malgrado che l'animo suo fosse contristato dalla maggior sciagura che a donna possa accadere.
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Per quella strada che vi era più pianaNoi ci traemmo alla città di Siena,
La quale è posta in parte forte e sana:
Di leggiadria, di bei costumi è piena,
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Parini Siena
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