Il custode aveva avuto buon naso!
Nelle ore avanzate al lavoro, Giovanni scolpiva crocifissi e immaginette, e spendeva così nello studio il tempo che altri avrebbe dato al divertimento ed all'ozio.
Finiti i due anni, tornò col babbo in Firenze e fu allogato in bottega dell'intagliatore Sani, che stava allora a San Biagio in un bugigattolo della piazza ove è adesso un magazzino di mobili antichi.
Colà vegetò lungo tempo retribuito dapprima con cinquantasei centesimi ogni settimana, poi grado a grado, scolpendo in legno finali da tende, candelieri d'altare, teste d'angioletti, di serafini, e aquile e mascheroni, giunse a' primi gradini della scala, e guadagnò fino a due lire e cinquantadue centesimi al giorno.
Tra i suoi lavori d'intaglio, compiuti in diverse epoche, è degno di memoria un crocifisso da lui scolpito pel Sani, e dal Sani venduto al priore Emanuele Fenzi in occasione delle nozze del figlio Orazio, il quale dal ricco banchiere mostrato a un tale che teneva in que' tempi lo scettro della scultura, fu giudicato cosa bella ma antica. E quando il priore Emanuele presentò al sommo artista l'autore del crocifisso lodato nel povero ed oscuro giovanetto che entrava per caso nella stanza, questi si conturbò tutto, è si lasciò cadere il Cristo di mano, confuso per l'errore commesso!...
E cotesto errore non fu il solo... chè più tardi il Duprè, dato di piglio a un vecchio pezzo di legno intarlato, scolpì un cofanetto da lui venduto ad un antiquario e da costui passato nelle mani della signora Poldi, cofanetto che riuscì così elegante e gentile lavoro da persuadere lo stesso principe dell'arte a tenerlo per cosa uscita dalle mani del Tasso, discepolo del Cellini, e di questa gran verità si lasciò cavar di mano un certificato scritto che non fu la cosa meno curiosa posseduta a quel tempo dalla Poldi.
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