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      Per tre anni interi l'Orosi si inscrisse all'Università pisana pei corsi degli studi di medicina, e frequentando le scuole, dette prove che l'arte salutare avrebbe avuto in lui un appassionato e non volgare cultore.
      Ma gli studi medico-chirurgici sono lunghi, difficili, e dispendiosi!... E bisognava, come che fosse, uscire dalle pastoie della scuola, era necessario produrre per consumare, era necessità ineluttabile chiudere la serie del preparatorio per entrare nel periodo del positivo.
      Orosi abbandonò l'idea d'esercitare la medicina, e volse tutti gli sforzi suoi a ottenere la matricola di farmacista, tanto per assicurarsi una fonte di modesti guadagni che facessero meno penosa e meno triste la sua travagliata e faticosa gioventù.
      Per prendere la matricola, a que' tempi, ci volevano su per giù cento lire toscane. Tasse universitarie, deposito per gli esami, spese di viaggio a Firenze (dove soltanto si accordavano le matricole), tutto insieme il conto saliva alle cento lire... e le cento lire non c'erano!...
      Cercarle e trovarle era una delle fatiche d'Ercole!... tanto più che il domandare era per quella natura onestamente altera e dignitosa una delle cose più difficili, più penose, più repugnanti del mondo.
      Pure l'anima altera si piegò sotto il duro giogo della necessità. Domandò, supplicò... per tre volte e di persona ebbe ricorso al Granduca... bevve fino alla feccia il calice amaro del dubbio prima, e poi della ripulsa inonesta... finalmente raccapezzò alla meglio le cento lire, e strappò via la matricola con un esame che lasciò attoniti i professori.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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