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      In quell'anno venne chiamato in Francia il reggimento nel quale serviva Codazzi, e il nostro Agostino combattè alle battaglie di Bautzen, Lutzen, Dresda e Leipzig. Ritornò il reggimento in Italia, e nel 1814 combattè nel Mantovano, e quivi Codazzi fu chiamato a far parte dello stato maggiore.
      Allora fu disciolto l'esercito in Italia ed egli ebbe il congedo.
      Caduto l'Impero, perdette Codazzi ogni speranza di continuare la carriera delle armi, e la sua operosa natura si rivolse al commercio. Vendute le poche sue masserizie, comperò alcune mercanzie in Genova, e con esse s'imbarcò per Costantinopoli. Ma rotta, nelle vicinanze d'Itaca da fiera tempesta, la nave, Codazzi si salvò a nuoto su quell'isola.
      Quell'anima così fortemente temprata sapeva dalle sventure stesse attingere nuova energia cosicchè il naufragio, che gli rapiva tutto quanto possedeva, non affievolì per nulla il suo coraggio, e per campare la vita intraprese in Itaca il mestiere, da lui ignorato, di dipingere le case. Dal suo nuovo mestiere colla continua fatica e co' semplici suoi costumi raggruzzolò penosamente un po' di denaro, e continuò il suo viaggio sino a Costantinopoli. Un mese andò errando per le strade di quella città senza lavoro, e spesso soffrendo la fame. Alfine conobbe un negoziante italiano, il quale avendo avuto agio di sperimentare l'onestà di lui, gli affidò alcuni suoi negozi, che gli apportarono un lucro sufficiente per recarsi in Amsterdam.
      In quel tempo faceva gran rumore in Europa la rivoluzione dell'America spagnuola; Codazzi si propose di accorrervi, e si recò senza indugio negli Stati Uniti.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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