Humboldt così gli scriveva nel giugno 1841: «Al vostro ritorno nel Venezuela, di cui conservo tante grate memorie, desidero darvi una testimonianza della mia alta e rispettosa stima. I vostri lavori geografici abbracciano un'estensione così grande di territorio e comprendono particolari geografici così esatti, e misure di altezze così adeguate per dimostrare la distribuzione de' climi, che faranno epoca nella storia delle scienze. Mi compiaccio aver vissuto fin oggi per vedere compiuta un'impresa, che, mentre rende illustre il nome di Codazzi, contribuisce alla gloria di quel governo che l'ha protetto. Ciò ch'io feci in un rapido viaggio determinando varie posizioni astronomiche ed ipsometriche in Venezuela, è stato confermato dalle vostre pregevoli investigazioni, ed ha ricevuto un lustro superiore alle mie speranze. Io, membro dell'Accademia delle scienze, avrei firmato con piacere, se mi fossi trovato in Francia, il rapporto che i signori Arago, Savary, de Beaumont e Boussingault presentarono sulle vostre mappe ed il testo geografico destinato ad illustrarle».
In quel tempo stesso Codazzi fu incaricato dal governo Venezuelano di condurre un'emigrazione tedesca in quella Repubblica. Egli si recò in Germania, riunì varie famiglie, organizzò la spedizione, noleggiò una nave, s'imbarcò con circa 400 emigranti, e venne alla Guayra. Scelse opportuno terreno sugli alti monti delle valli di Aragua, e vi diresse l'emigrazione tedesca, cui diede il nome di Colonia Tovar.
Le contrarietà che gli suscitarono i suoi nemici, le difficoltà per acclimatare gli animali su quelle montagne, la perdita dei primi raccolti, le ribellioni fra i coloni, tutto concorse per mettere a prova la costanza del Codazzi, il quale per quattro anni combattè gli ostacoli che gli sorgevano innanzi continuamente, e con la sua energia li vinse tutti.
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