Partito il Papa per Gaeta, da Bologna Zucchi gli fu spedito dietro a tentare una conciliazione fra popolo e sovrano, e la conservazione delle franchigie costituzionali: passò per Toscana e s'imbarcò alla Spezia rischiando lungo il tragitto di essere malmenato dall'ira popolare: a bordo alcuni patrioti avevano progettato di tuffarlo in mare. Arrivò ad ogni modo, e trovò impossibile il compito. Visto poi che il suo titolo di ministro della guerra non era che un semplice titolo, offrì le sue dimissioni, e visse privatamente in Roma fino al 1859.
Quell'anno, venne a Torino: egli era allora in sugli ottant'anni, vigoroso ancora il corpo, giovanilmente vigorosa la mente: salutò con gioia ineffabile i nuovi tempi, e chiuse gli occhi lieti di aver tanto vissuto da assistere al risorgimento della sua patria diletta.
Il generale Zucchi scrisse le sue Memorie, e le condusse fino al 1861 raccontò con singolare evidenza e vivacità i fatti fortunosi della sua vita. Consegnò quelle Memorie a Nicomede Bianchi, tanto benemerito, siccome ognuno sa, degli studi storici, e suo degno amico.
Nicomede Bianchi, vivente ancora lo Zucchi, pubblicò quelle Memorie in un volumetto, che è uno dei più curiosi e meno cercati fra i libri venuti in luce in questi ultimi anni. Voglia chi legge questi cenni far ricerca di quel volumetto, e ritrarrà senza dubbio dalla lettura di esso grande diletto e ad un tempo grande ammaestramento.
CAPITOLO NONOPARMA
Giuseppe Verdi
È nato addì 9 ottobre dell'anno 1814, non proprio in Busseto, come universalmente si crede, ma in una terricciuola a tre miglia, che fa parte del Comune di Busseto, e si chiama Le Roncole.
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