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      I suoi genitori erano poverissimi contadini. Le più lontane rimembranze della prima infanzia lo riportano alla chiesa del villaggio, dove la domenica provava una gioia ineffabile nel sentire suonare l'organo. Di sette anni fu posto dal padre in Busseto, alle scuole pubbliche, che dai primi elementi portavano i fanciulli fino alla rettorica. S'applicò di buona voglia allo studio; ma subito si sentì una irresistibile inclinazione alla musica; e per ciò si diede a pregare suo padre, perchè volesse secondare questa sua giovanile vaghezza. La cosa era fattibile, anzi agevole, essendo che in Busseto era organista della Collegiata il maestro Provesi, pianista non ignaro di contrappunto.
      Il padre acconsentì, e fece con poche lire l'acquisto d'una spinetta, sulla quale il Verdi principiò i suoi studi. Aveva allora otto anni. In breve potè insieme colla spinetta suonare anche l'organo, e muovere i primi passi nello studio della composizione, cui si diede con tutta l'anima, spendendovi quanto di tempo gli lasciava libero il lavoro della scuola, e la lettura, per la quale altresì aveva grandissimo gusto.
      Allora accadde un fatto che entrò per molto nei progressi di quella prima educazione musicale del Verdi, ed ebbe un'azione importantissima su tutta quanta la sua vita.
      In una casa di Busseto si suonava frequentemente il pianoforte; ed egli ronzava sempre attorno a quella casa, e se sentiva toccare i tasti, si fermava incantato, nè più si moveva fino a che i suoni non fossero cessati. Il padrone di quella casa, Antonio Barezzi, era commerciante ricco, e molto si dilettava di musica, suonando parecchi strumenti, ma non il pianoforte, che aveva preso per la sua figlia, e veniva suonato allora da un suo paesano.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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