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      Ronza, ronza, il signor Barezzi s'accorse alla fine del fanciullo, che presso a casa sua stava ritto come un palo le ore intere, e con tanto d'orecchi a sentire la musica; ed un bel giorno gli si accostò amorevolmente, interrogandolo: - Che fai, ragazzo, sempre piantato qui come un piuolo? - Suono anch'io, rispose il fanciullo; perciò mi piace tanto sentir suonare così bene in casa vostra. - Quand'è così, entra, che sentirai suonare a tuo bell'agio, e ci potrai tornare quante volte ti piacerà.
      Il Barezzi era uomo con tanto di cuore, schietto, amante del bene, fornito d'un tal delicato sentire che gli fece comprendere alla prima ciò che v'era di singolare e nobile in quel fanciullo, meravigliosa attitudine e meraviglioso amore alla musica, perseveranza nello studio, indole amorevole, aperta, dignitosa, sdegnosetta; e gli pose amore come a figlio; e dal canto suo, il fanciullo come a padre prese a contraccambiarlo con tutta l'anima.
      Così attorniato da affezioni soavi, tutto inteso allo studio, il Verdi uscì di fanciullezza, e passò i primissimi anni della gioventù nella quiete di quell'umile terra, in mezzo alla semplice natura, fra quelle bellezze eternamente grandiose che tanto attraggono uno spirito gentile atto a comprenderle. Gran ventura per lui certamente. - Gran ventura del resto, per ogni giovane, massime pe' valenti, se invece che in città, potessero passare quei primi anni in campagna. Ma col crescere negli anni, il Verdi fu a un filo dall'avere, non che a trascorrere, a seppellir la sua vita nei campi, ma in ben altro modo di quello che s'era figurato.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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