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      I Tedeschi hanno messo la musica fra le materie di esame dei maestri elementari, e ne fanno strumento potentissimo della pubblica educazione. Così si facesse in Italia!
      Non sarebbe però il Verdi quello che si adatterebbe a farla da insegnante, perchè quella avversione all'insegnare che gli rese tanto uggiosi i primi anni giovanili a Busseto, gli è rimasta sempre.
      Tuttavia una volta si fece maestro, e con molta amorevolezza. Il suo alunno stava di casa dirimpetto a lui: ogni mattina egli lo chiamava dalla finestra, e il giovane accorreva. Presentava il lavoro del giorno innanzi, il maestro senza dir molto lo esaminava. Se era al tutto sbagliato, lo tendeva all'alunno che lo rifacesse; se gli errori eran pochi, li correggeva rendendogli ragione d'ogni cosa: poi dava un nuovo compito per il domani, e la lezione era finita.
      Come mai una siffatta eccezione, che in vero fu unica nella vita del Verdi?
      Quell'alunno fu il maestro Muzio, il quale ha fatto ora in America una buona riuscita: egli era figliuolo di un calzolaio di Busseto, aveva la pensione di venticinque lire di quel Monte di Pietà, e gli era stato raccomandato dal Barezzi.
      L'amore ardentissimo del nostro maestro al Barezzi durò quanto la vita di quest'ultimo, il quale, in età di ottant'anni, morì la sera del 21 luglio 1867.
      Il Verdi aveva sposata più tardi la signora Giuseppina Strepponi, donna egregia non solo per valore artistico, ma per isquisita coltura e delicato sentire: essa amò il Barezzi come lo aveva amato la morta figliuola.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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