L'Antonelli si accinse subito all'opera.
Cosa singolare! Il giovane sprovveduto d'ogni regolare istruzione, pensò a ristampare prima d'ogni altra cosa i Sepolcri di Ugo Foscolo, poi la Storia della Grecia Antica del Gilliés e quella della Letteratura italiana del Tiraboschi; poi la Corinna della Stael.
Stampò questi libri col suo nome come editore, mai pei tipi altrui.
E questi libri pubblicati ed ottimamente smerciati gli porsero modo di compiere il più ardente dei suoi desiderii, quello di mettere su per proprio conto una tipografia. Ciò gli riuscì nel 1816, nel palazzo Capello a San Giovanni Laterano, poi nella casa de' Lezzi, e tre anni dopo gli Atti della distribuzione dei Premi d'Industria Nazionale dell'anno 1829 in Venezia, dicevano: «L'alta prosperità cui, da soli tre anni, salì in Venezia il grandioso Stabilimento dell'Antonelli, può reputarsi un beneficio nella pubblica economia, impiegandovi tante persone, dandovisi mano a tante arti diverse, e recando tanta merce ai desiderii di chi ne domanda.
«La Commissione volle certificarsi di quanto attestavano i bilanci scritti e presentati dallo Antonelli. Lo stabilimento occupa da cima a fondo uno dei più sontuosi ed ampi palazzi della città; vi si rinvennero in gran numero traduttori e correttori, compositori, e stampatori, piegatori e cartolari, una fonderia di bei caratteri, uno studio d'incisione; e l'imponente e tranquillo procedere di tant'opera attesta la vigilanza e la capacità del proprietario». La rapidità della fortuna dell'Antonelli sapeva del miracolo!
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