E Pini-Bey accettò coraggiosamente il grave incarico e coraggiosamente lo prosegue. Non è d'uopo dire che mille ambizioni deluse, mille mediocrità lasciate in disparte, mille perversità svelate, mille intrighi sventati, gridano contro di lui ad una voce sola.
Ismahil-pascià ha nella mente fra gli altri un giustissimo pensiero, per noi molto importante. Quel sovrano pensa che con reciproco vantaggio fra l'Italia risorta e l'Egitto si debbano rannodare gli antichi rapporti, moltiplicati da tutti quei mirabili mezzi di comunicazione che concedono i tempi moderni: Pini-Bey, amante tanto sviscerato dell'Italia come dell'Egitto, seconda con tutte le sue forze questo concetto giustissimo del suo principe.
Quest'anno (1868) Pini-Bey venne a visitare Venezia, e ricomprò il palazzo dov'è nato. Diede diecimila lire alla nuova Società di Commercio che sotto buoni auspizi sta per sorgere, e propose un'associazione per mandare giovani veneti ad imparare il commercio nelle migliori piazze.
Lontano o vicino, ebbe ed avrà sempre nel cuore la sua città nativa e la sua patria risorta a migliori e più splendidi destini.
CAPITOLO DECIMOPRIMOMILANO
I Promessi Sposi. - Lavori intellettuali in Milano. - Il Museo Civico. - Ambrogio Binda. - Giulio Richard. - Andrea Gregorini.
Il sole tramontava dietro ai monti del lago di Lecco al cader d'un giorno di giugno del 1866, e un giovanetto in sui sedici anni, spingendo innanzi co' remi la sua barchetta sul lago, faceva osservare ai suoi genitori le splendide tinte di quel tramonto, e la bellezza delle circostanti vette.
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