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      Le conseguenze della rivoluzione e della guerra del 1848-49 turbarono gravemente l'andamento delle imprese del nostro Binda. Proprio in quel tempo in cui urgeva portare a termine la costruzione del suo grandioso opificio cominciato nel 1847, gli affari s'erano a un tratto arenati; - l'emigrazione che avveniva in massa in Lombardia e lo sconvolgimento politico europeo non lasciava speranza d'un vicino assestamento: un'importante spedizione in America fatta in quel tempo era un capitale totalmente perduto; viaggiatori inviati all'estero avevano mancato ai loro doveri, avevano tradito la fiducia in loro riposta, - nel nostro paese eminentemente agricolo, il proprietario nega ogni soccorso al commercio, - i banchieri italiani (fatte pochissime eccezioni) dimostrano anch'essi poca fiducia nell'industriale, - i valori rimessi dalla Germania non erano realizzabili che a stento e con sensibili perdite, - dalle altre cittā d'Italia non arrivavano ordinazioni, nč denaro, - le materie prime rincaravano, e gli operai richiedevano lavoro, il quale eseguito, restava invenduto sotto l'incubo di un continuo deprezzamento, - la diffidenza universale avea chiuso il credito, faceva domandare con istanze il prezzo delle forniture, la restituzione dei capitali, infine uno sguardo all'avvenire attutiva il pensiero, faceva stringere il cuore. - E quasi ciō non bastasse, alcuni invidiosi non perdevano l'occasione per schiacciare l'uomo che li aveva colla celeritā della sua carriera fatti rimanere stupefatti, credevano poterlo far cader nell'abisso che stavagli innanzi.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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