Il giovane Brocchi lasciò il mestiere del padre, e coll'ingegno e il forte volere acquistò tali ricchezze e così estese cognizioni, da rendersi utilissimo alla Confederazione Elvetica, che lo nominò console generale nella stessa Torino, dove seppe farsi amare e stimare per modo che oggi, circondato da una eletta schiera di amici d'ogni classe, giunto all'età di 82 anni, vive di una vita prospera e attiva, e migliaia di persone benedicono il suo nome e le sue opere di beneficenza.
E pìù lunga e più particolareggiata biografia meriterebbe Stefano Franscini, nato a Bodio nella valle Leventina, che oscuro guardiano di pecore, ramingo e mendico sui patrii colli e sui monti, così mirabile ingegno sortì da natura, da invogliare alcuni dei benestanti più generosi del suo paese a farlo istruire a loro spese; e sì ferma volontà pose agli studi e al lavoro, da giungere in breve tempo a chiarissima fama di letterato e di scrittore. Caldissimo amatore di libertà, a lui dovette la sua patria l'ardita riscossa del 1830, e mentre agli uomini del suo paese assicurava il libero regime della nuova costituzione federale, ai fanciulli della terra nativa apprestava coi suoi scritti quella morale educazione che sola può assicurare ad un popolo l'indipendenza e la libertà. Questa vita del ticinese Franscini, che non descriviamo minutamente perchè è un esempio un po' remoto dai nostri giorni (moriva il 19 luglio 1857 a Berna), ci richiama alla mente un nostro fiorentino, Pietro Thouar, col quale aveva comune l'amore sincero e operoso nell'istruire le classi povere e ispirar loro sensi di dignità e di libertà bene intesa.
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