Addì 2 marzo del 1849 il Canevaro fu fatto da Carlo Alberto cavaliere dei Santi Maurizio e Lazzaro, e poco dopo giunse in Lima la terribile notizia della disfatta di Novara.
Al profugo re scrisse il Canevaro una lettera commoventissima, piena di dolore, di gratitudine, di patriottismo.
Malgrado quei rovesci, il Canevaro ebbe fede nell'avvenire della patria, e si propose di concorrere secondo le sue forze al bene di essa.
Ripetutamente scrisse al Ministero piemontese facendo vedere la possibilità e i vantaggi di un trattato commerciale col Perù: le faccende qui allora erano molto gravi; tuttavia seppe tanto insistere, e con tanta evidenza riuscì a dimostrare la importanza della cosa, che il Ministero, che prima s'era deliberato d'incaricare lo stesso Canevaro di conchiudere a Lima il trattato, finì poi per conchiuderlo a Torino con un incaricato straordinario e ministro plenipotenziario della repubblica del Perù, il canonico Don Bartolomeo Herrera.
Il ministro Da Bormida, in data 25 giugno 1853, scriveva al Canevaro:
«Tenendo nel dovuto conto i buoni suggerimenti che la S. V. Illustrissima seppe sin dal 1849 -indirizzare a questo Ministero, e profittando delle buone disposizioni che la di lei influenza ed efficace cooperazione hanno procurato da parte del Re alla repubblica del Perù, io ho avuto la soddisfazione di stipulare il 14 del corrente mese col plenipotenziario, espressamente spedito alla corte di Sua Maestà, il progettato trattato di amicizia, di navigazione e di commercio».
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