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      La sua salma giacque per molti anni in una sala a pianterreno dell'ospedale di Nizza marittima, città ove egli uscì di vita addì 27 maggio 1840, e ci volle una lunga lite perchè suo figlio ottenesse di trasportarla in un cimitero.
      Questo avveniva or non sono ancor trent'anni.
      Malgrado le persecuzioni e le calunnie, Paganini percorse una splendida carriera; riempì della sua fama i due mondi, e Genova, sua città nativa, volle fregiare col nome di lui uno dei suoi teatri.
      Camillo Sivori
      Una sera dell'anno 1817 Niccolò Paganini dava un concerto in Genova al teatro Sant'Agostino.
      Non mai più di quella sera il sommo artista si era mostrato grande: non mai meglio di quella sera si sarebbero potuti applicare alle divine sue note i seguenti versi del Romani:
      «Quante han voci la terra e il cielo e l'onda,
      Quanti accenti il dolor, la gioia e l'ira,
      Tutti un concavo legno in grembo accoglie:
      Par che or l'arpa tintinni, e si confondaCoi notturni sospir di Eolia lira,
      Coi lamenti dell'aura in rami e in foglie:
      Ora è pastor che scioglieLa silvestre canzon che il gregge aduna,
      Or Menestrel che invita alle carole:
      Or vergin che si duoleDelle sue pene alla tacente luna:
      Or l'angoscia di un cuor da un cuor divisa;
      Or lo scherzo, ora il vezzo, e il bacio e il riso.
      Poi repente un nuovo estro agita e scuoteL'ispirato stromento, e freme e mugge,
      Come i fiotti in tempesta e i venti in lotta.
      E si leva un tumulto, un suon di ruote,
      Un clamor di chi insegue e di chi fugge,
      E l'ansia della mischia e della rotta;
      Quindi col ciel che annotta


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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