Ma Garibaldi fanciullo, marinaio, cittadino, dall'umile stato in cui nacque levato poco a poco a sì sublime altezza che a tutti, fuori che a lui, fece dimenticare la modestia e l'oscurità dei suoi principii: Garibaldi studioso, marito, padre ed amico, è una figura che appartiene di diritto a questo libro, è un profilo che ha il suo posto segnato in questa galleria di ritratti destinati a porgere al popolo esempio d'operosità, di fede, e di buon volere.
Giuseppe Garibaldi nacque a Nizza figlio di un marinaio, che gli diede per culla, ne' primi suoi sonni, le mobili acque del mare natio.
Sostegno a' primi passi del fanciullo fu la coperta di un bastimento mosso a quell'indescrivibile movimento di va e vieni, che è fonte di sì strane sofferenze pei più.
La necessità di tenersi ritto su quell'incerto e mobile pavimento impresse alla sua andatura una particolare movenza ch'egli non ha perduto più mai.
Sano, robusto, di statura media e piuttosto tendente al piccolo che al grande, Garibaldi avea fin da giovinetto negli occhi, piccoli ma scintillanti, quei lampi di energia che rivelavano il suo coraggio e la sua indomita volontà.
Tenerissimo pe' suoi genitori, e sprezzatore d'ogni pericolo, nessun altro modo v'era di ritrarlo da troppo rischiose imprese se non quelle di rammentargli la madre, e di parlargli de' suoi timori e delle sue lagrime.
Era tranquillo, pacifico e quieto; da' giuochi rumorosi e dalle allegre brigatelle de' compagni fuggiva volentieri per correre in riva al mare, o arrampicarsi sulla cima de' suoi monti, e restare delle ore intere assorto in muta contemplazione innanzi alle arcane bellezze della natura.
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