Ama appassionatamente i luoghi elevati e le rive del mare, e sui più erti monti e nell'onde marine si spinge sovente a cavallo. Pare che egli non respiri liberamente che sulle montagne, e innanzi agl'infiniti spazi della marina.
Quanto riguarda l'arte del navigare lo interessa sommamente, nè mai un marinaro gli ha chiesto invano soccorso. A Rimini, un giorno, balzò, quasi all'alba, dal letto dopo una notte tempestosa in cui il mare coi suoi tremendi muggiti aveva turbato l'agitato suo riposo. Uscimmo soli e silenziosi a cavallo, e ci dirigemmo alla spiaggia. Due povere barche di pescatori erano state gettate dalla violenza dell'onde alla rada, e stavano infitte nella rena a un tiro di fucile dal lido. Il generale disse soltanto come parlando a sè stesso: avrei giurato che era proprio così!...
Poi risolutamente spinse il cavallo nell'acqua, e prima all'una poi all'altra barca si appressò, e volle dall'equipaggio il racconto della triste notte passata, delle durate fatiche, delle manovre eseguite, e questa approvò e biasimò quell'altra. Poi offrì sè e i suoi volontari per rimettere nell'acqua le barche, e gli equipaggi generosamente donò.
Anche gli studi che riguardano le scienze naturali lo dilettano assai, e d'agricoltura e dell'allevamento de' pesci e dell'arte di moltiplicarne le specie molto parlò, e alcuna cosa scrisse, e fece esperienze degne di essere ricordate.
Quando, chiamato dalle vicende politiche lasciò l'America e si diresse in Italia, posate dopo la lotta le armi, si trovò di nuovo alle strette col bisogno, e accettò con gioia il comando di un pontone che nel porto di Genova faceva l'ufficio di cavafango.
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