Mostrava molto ingegno, e mirabile amore allo studio.
Volle presentarsi al concorso per un posto gratuito nel Collegio delle Provincie, e, riuscito vincitore, venne a Torino.
Il giovane studiosissimo, che aveva tanto desiderato i buoni libri e ne aveva avuto così pochi, provò una gioia inesprimibile nel trovarsi padrone di una ricchissima biblioteca: ci stava dentro continuamente, lasciando di tratto in tratto per questa anche la scuola: da quei morti maestri sentiva d'imparare più che dai vivi. Negli ultimi due anni del corso scolastico fu anche diligente scolaro, e si segnalò fra tutti per felicità d'ingegno e costanza di studio.
Avuto il diploma di professore, lo mandarono ad insegnare retorica nel collegio di Demonte; non era certo il posto che si meritava: Demonte è un paesetto fra le montagne d'importanza molto secondaria. Ma il governo ha sempre ottime ragioni da dare a quelli che manda nei posti meno piacevoli. - Si ha bisogno colà di un uomo sul quale si vuol poter fare pieno assegnamento, ci sono sorde ostilità da vincere, e si richiede l'opera di un uomo assennato, energico, sicuro: la nomina a quel posto è una grande prova di fiducia che il governo dà al nominato, ecc., ecc.
L'anno seguente il Coppino fu mandato a Pallanza, dove pure non aveva gran desiderio di andare: ma a Pallanza come a Demonte seppe conciliarsi la stima e l'affetto di tutti.
Nel marzo del 1848 fu destinato a Novara.
Vennero allora i giorni delle feste, delle cantate, degli inni, dei banchetti, dei brindisi, dei discorsi.
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