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      Si narra che durante l'assedio ei fu preso da fiero morbo tropicale, e sebbene gli amici insistessero perchè si curasse, egli non abbandonò mai il suo posto, e giorno e notte divise tutte le fatiche e tutti i pericoli dei suoi commilitoni.
      Ristabilita la pace in Maracaibo, Castelli venne in Caracas, e fu nominato ministro della guerra e della marina. Si voleva da persone altolocate che lo Stato comprasse alcune armi che Castelli conobbe non esser buone. Si oppose energicamente, e piuttosto che cedere e firmare un contratto il quale non poteva avere altro scopo che una frode al pubblico erario, si dimise dal posto di ministro. Questo fatto dimostra come in quei tempi di generale corruzione in quella repubblica, il nostro Castelli sapesse mantenersi senza macchia.
      Nel 1855, essendo Taddeo Monagas presidente, fu inviato ministro plenipotenziario in Bogota. Compiuta la sua missione diplomatica con favorevole risultato, ritornò in Caracas, e nel 1857 fu nominato nuovamente ministro della guerra e della marina.
      Nell'anno seguente il partito conservatore detto oligarchico, profittando dei gravi errori commessi dal partito democratico detto federale, si levò contro il presidente Monagas, il quale, abbandonato dalla pubblica opinione, abdicò, e Castro fu eletto alla presidenza della Repubblica.
      Mutati gli uomini e le cose, il generale Castelli si ritirò dalla vita pubblica per riposarsi dalle lunghe fatiche: circondato dall'affettuosa famiglia, ei trovò quella pace e quei godimenti di animo, che nè le vittorie sul campo di battaglia nè gli alti uffici politici gli avevano fatto gustare.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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