I Torinesi gli diedero meritata ricompensa, chiamando il bel ponte sulla Dora col nome di Ponte Mosca.
Moncalvo (Gabriele Capello)
I colli che si distendono fra Asti e Casale Monferrato sono certamente fra i più belli che si possano vedere in qualsiasi parte del mondo. Altissimi, in parte selvosi, più spesso diligentemente coltivati a vigneti onde va tanto pregiato il vino del Piemonte, ricchi di cereali, nutrono una popolazione robusta e gagliarda che fa echeggiar di festose grida le valli al tempo delle vendemmie, e col tenace lavoro sempre più arricchisce e migliora le sue terre.
I vertici di quei colli son coronati dagli antichi castelli, illuminati fantasticamente al tramonto dai raggi del sole, sporgenti al mattino come strane isolette dal mar di nebbia che inonda nel tardo autunno le valli.
Sopra uno dei più belli e più alti di quei vertici, dominanti tutti i paesi all'intorno, pittorescamente si posa Moncalvo.
Quì addì 14 marzo 1806 nasceva, decimo figlio di un povero tessitore, Gabriele Capello, che doveva poi diventare popolarissimo in Torino col nome del suo paese nativo.
Pochissimi anche oggi in questa città vi sanno dire chi sia il cavalier Gabriele Capello; tutti conoscono il Moncalvo.
Egli stesso parlando di sè si chiama piuttosto Moncalvo che non Capello, ed io pure parlando di lui, per la inveteratissima abitudine, non posso a meno di chiamarlo Moncalvo.
La sera in cui il Moncalvo bambino fu portato a battezzare, il padre, il padrino e la madrina dissero che volevano chiamarlo Gabriele: il parroco rispose: - Sta bene.
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