Moncalvo ha viaggiato assai in questi ultimi anni; ed anche dalle riflessioni che fa talora intorno alle cose vedute nelle sue lunghe peregrinazioni appare il suo buon criterio come la sua cultura. Parla volentieri, ma senza iattanza, della sua vita passata, si riporta sovente col pensiero al bel colle natio ed alle rimembranze dell'infanzia, e ricorda con giusto orgoglio le settanta lire con cui ha lasciato il paese.
Giuseppe Pomba
Di Giuseppe Pomba si potrebbe dir poco e molto. Gl'italiani lo conoscono tutti, e gli hanno dato prove di molta stima e affetto facendo buone accoglienze alle tante sue pubblicazioni: chi non conosce, chi non possiede i libri del Pomba? E le pubblicazioni di un grand'editore sono i capitoli della sua vita. Al contrario, volendo parlare degnamente di un editore quale fu il Pomba, la storia della sua vita si connette con la storia civile e letteraria del tempo in cui esercitò la nobile arte. Non potendo oltrepassare certi limiti propostimi nel compilare questo libro, parlerò del Pomba con brevità, e incomincerò dal citare un giudizio autorevole che intorno a questo celebre editore pubblicò nel 1835 quel dotto e forbito scrittore quale fu il Romani, che ebbe agio di vedere svolgere l'operosità del Pomba nei suoi anni migliori:
«Dopo tante biografie, dopo tanti elogi dei morti che riempiono così di frequente le pagine dei giornali, mi è venuto la fantasia di scrivere l'elogio d'un vivo: impresa, che voi, o lettori, accoglierete benignamente in grazia della rarità; poichè tessendo la vita di un uomo quando egli stesso è lì per ismentirvi se dite male di lui, e molti son là per tacciarvi di adulatore, se ne dite soverchiamente del bene, il biografo non ha il privilgio di essere bugiardo come un epitaffio.
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