Consapevole per propria esperienza di tutti gli inconvenienti che derivano dalle molteplici collaborazioni là dove si richiede una certa conformità di condotta, pensò a buon diritto che quel lavoro doveva essere fatto da un uomo solo. E recatosi a Milano da un cultore segnalato degli studi storici fu sommamente lodato di questo suo progetto, e consigliato a rivolgersi a Cesare Cantù, giovane, erudito, laboriosissimo, desideroso di segnalarsi, noto già per la Margherita Pusterla, popolare in quel momento perchè in disgrazia del governo austriaco.
Il Cantù accettò senza neanco chieder tempo a riflettere. Il lettore italiano sa quale fu il successo della Storia Universale: di questa voluminosissima opera furono fatte nove edizioni e venduti venticinquemila esemplari di vario prezzo secondo la maggiore o minore eleganza della edizione, costando le edizioni più belle 400 lire, e le più economiche 190 lire.
Il Cantù si atteggiava a cattolico liberale, ed allora erano in favore i così detti neoguelfi: si mostrava avverso al dominio straniero in Italia, ed aveva quella gran fortuna della censura, per cui quello che non diceva, il lettore credeva che avrebbe detto ove fosse stato libero di parlare a sua posta, e gli si prestavano le più belle intenzioni barbaramente soffocate.
Quanti scrittori di quel tempo hanno rimpianto più tardi la censura nel segreto del cuore!
Ma torniamo al Pomba. Nei suoi viaggi in Inghilterra egli aveva veduto quanto fossero popolari ed utili in quel paese le Enciclopedie, e si propose di pubblicare una Encclopedia in Italia.
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