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      L'inverno ritornano a casa, e parecchi frequentano la scuola d'arti e mestieri in Biella, ove imparano un po' di disegno, un po' di geometria descrittiva, e quelle poche notizie scientifiche che sono il patrimonio comune degli operai. Giunti ai diciassette o ai diciotto anni, spiccano maggior volo. Vanno a far la campagna di un anno, di due, di tre anni, non solo nelle città vicine come Torino, ma nelle provincie più lontane del regno, ed anche in Francia ed in Spagna. Quivi compiendo di buon animo i lavori più duri, vivendo con sobrietà, con frugalità incredibili, riescono a terminare la campagna con qualche risparmio, che gloriosi e trionfanti riportano alle loro famiglie.
      I più destri non mancano di attirarsi l'attenzione degli impresari e degli ingegneri, e vengono incaricati delle funzioni di assistenti. Poi quando, per mezzo di questi risparmi accumulati, hanno messo insieme qualche capitaluccio, si arrischiano ad un cottimo, o a qualche impresa minore per proprio conto. Gli avveduti e i giudiziosi vi si avvantaggiano, e vi trovano i mezzi per aspirare a maggiori lavori e a più grandi imprese. Così man mano continuando con indefessa operosità e con parsimonia strettissima, non pochi riescono a mettere insieme un discreto capitale; e si hanno esempi di famiglie milionarie oggi, le quali, o nelle persone dei loro membri attuali, o dei padri della generazione ancora vivente, hanno bravamente portata in gioventù la secchia in ispalla. Tali i Rosazza, i Magnani, i Piatti, ed altri moltissimi.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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