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      L'altra specie di esempi che si possono raccogliere da quel circondario, si riferisce alla vita e alle abitudini industriali.
      L'industria della lana è antichissima nel circondario di Biella. Questa verità ha molto bene dimostrato Quintino Sella in un suo discorso agli operai di quella città, detto nell'ottobre dell'anno 1868, il quale fu riferito nei principali giornali italiani, e meriterebbe di esser letto tutte le sere da tutti gli operai, ed anche dai non operai.
      Sebbene antichissima, l'industria della lana era tuttavia assai limitata nel territorio di Biella, sino alla caduta del governo francese. Essa si esercitava nelle singole case degli operai dove erano i telai, i cardi a mano, gli arcolai. Solo le gualchiere chiamate anticamente con barbara parola paratoi e più tardi con vocabolo anche più barbaro folloni (dal francese foulons), erano mosse dalle acque. Gli industriali si limitavano all'acquisto delle lane, alla distribuzione di quelle ai cardatori, alla divisione delle lane cardate fra i diversi filatori a mano, quindi al distribuire il filo ai tessitori nelle proprie case. Il panno tessuto era poi dall'industriale mandato alla gualchiera, indi cimato ed apparecchiato, tinto nel suo piccolo opificio, e poi venduto. Così si erano fatte qua e là alcune fortune abbastanza ragguardevoli per quei tempi e per quei luoghi, ma tuttavia modeste. Citerò gli Ambrosetti che dettero il proprio nome a uno speciale tessuto (le Ambrosette erano una stoffa pregiata sul finire dello scorso secolo), i Sella, ed altri.


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Volere e potere
di Michele Lessona
pagine 482

   





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