Pagina (5/38)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Nè men valente e colto scrittore si mostrò il Parini nella lotta che fece col P. Branda difendendo il vernacolo dialetto che tanta celebrità avea procurato a Maggi ed a Balestrieri. Non posso qui passar sotto silenzio uno de' più bei tratti della vita di Parini che ci mostra quanto grato e sensibile fosse il di Lui animo. Da Branda Egli avea appresi gli elementi delle umane lettere, e non ostante che nel bollore istesso della contesa non avesse giammai oltrepassati que' limiti che le anime bennate sogliono imporre a se stesse, pure da profondo dolore fu penetrato tutte le volte che si rimembrò di avere conteso col precettore, cui si dee non minor gratitudine che ai genitori istessi, giacchè i Filippi, al dir di Alessandro Magno, danno l'esistenza e l'educazione al corpo, e gli Aristoteli formano ed educano lo spirito (7).
      Ma l'ingegno di Parini disdegnoso della gloria che a Lui ridondava da queste letterarie discussioni, meditava di aprirsi una novella strada intentata, sconosciuta, e di mettersi a canto di quegli ingegni inventori appellati dai Francesi Genj, il pregio de' quali secondo Elvezio e l'etimologia istessa del vocabolo (8) consiste nel creare, come fece un Omero, che senza esemplari, senza regole, senza guida diè fiato all'epica tromba sì felicemente che compose l'Iliade, l'Odissea; un Dante che ebbe l'ardimento di creare una lingua per formare un poema; un Milton che, abbandonate le comuni poetiche idee, rappresentò oggetti nuovi, scene straordinarie ora in Cielo, ora in terra, or negli abissi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova
di Ambrogio Levati
1813 pagine 38

   





Parini Branda Maggi Balestrieri Parini Branda Egli Filippi Alessandro Magno Aristoteli Parini Francesi Genj Elvezio Omero Iliade Odissea Dante Milton Cielo