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      il cammino stramazzò, or finalmente scioglie un canto al buon Durini, e consola colei che vaga e bella in gonna anco dell'altro sesso le glorie ottiene. Tutte queste odi al pari di quelle del Venosino hanno un moderato grado di elevazione, una inimitabile correzione di stile e di verso; esprimono vivamente i più caldi affetti, ed espungono le più belle ed utili Socratiche discipline con incredibile dignità (16). Come maestrevolmente questo lirico sa osservare i precetti dell'ode? Allorchè al seno avvicina la lira compreso dall'oggetto che si rappresenta, manifesta splendidamente il suo sentimento, e talvolta armato il dorso di robuste ale, e divenuto cigno Dirceo: ove, sclama, ne vai o Genovese, qual raggio brilla di speme sulle audaci antenne? Pieno del Dio che l'agita, incalza i pensieri, li precipita, li dipinge e fa suonar d'insolita armonia i colli Insubri. Invitato poscia o dalla bellezza di straniero argomento che lo tenta, o costretto dalla sterilità del suo che lo obbliga a cercare altrove onde arricchirsi, esce dai confini del suo soggetto per ispaziare nel vasto regno della storia, della mitologia e della filosofia. Ovunque domina il sentimento e la passione che tutto invigorisce ed infiamma, ma e all'uno e all'altra presiede quella facoltà, che la parte divina tien di nostra natura, e ben si può applicare alla Lirica Pariniana quello che Bettinelli diceva generalmente di questa sorta di poesia, che dessa è un sogno che si fa in presenza della ragione, che vi sta sopra cogli occhi aperti a rimirarlo ed averne cura.


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Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova
di Ambrogio Levati
1813 pagine 38

   





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