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      Dopo che hai ammirata la beneficenza del Prnicipe in questo nuovo Liceo, avvicinati a quelle mura che un tempo risuonarono delli aurei tuoi precetti, ed ora racchiudono quanto di grande e di sublime ha prodotto il pennello, lo scalpello e la matita Italiana; entra e vedrai qual sempiterno monumento d'amore e di gratitudine t'abbia eretto l'amico tuo Franchi ed il Sovrano indagator degli astri; indi spiegando il volo va a posare sopra del colle che specchiasi nel vago Eupili tuo, ed ivi dolci sentimenti di tenerezza ti si ecciteranno in cuore pel tuo Marliani, e udrai maravigliando argute sibilar sotto la terra le tue commosse reliquie.
     
     
      NOTE:
     
      Ho scritte queste note per mio esercizio e divertimento:
      credendo esse possano essere utili alla gioventù le rendo pubbliche.
     
      (1) I Greci furono quelli che più degli altri coltivarono e perfezionarono le arti, perchè tutto in quel paese tendeva a questo fine. Nel fisico, dice Jancourt, le situazioni le più belle, i fenomeni i più grandi, i quadri i più magnifici dei fiumi, dei mari, delle foreste, delle valli fertili e deliziose, delle città, dei porti floridissimi; degli stati forti ed opulenti per le arti più degne dell'uomo, l'agricoltura, ed il commercio, tutto ciò, dico, raccolto come sotto gli occhi del Poeta e dell'artista. Non lungi e come in prospettiva il contrasto delle fertili campagne dell'Egitto e della Libia con vasti ed ardenti deserti popolati di tigri e di lioni, più vicino il magnifico spettacolo di venti regni sparsi sulle coste dell'Asia Minore, da una parte quel ridente e magnifico quadro delle Isole del Mare Egeo, e dall'altra i monti infiammati e l'orribile Stretto di Sicilia; finalmente tutti gli aspetti della natura ed il compendio dell'universo nello spazio che un viaggiatore può percorrere in meno di un anno.


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Elogio di Giuseppe Parini recitato nel giorno 16 novembre 1813 in occasione dell'aprimento delle scuole del Liceo di Milano in Porta Nuova
di Ambrogio Levati
1813 pagine 38

   





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