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Quintilio si quid recitares, corrige, sodes,
Hoc, ajebat, et hoc; melius si posse negaresBis, terque expertum frustra: delere jubebat,
Et male tornatos incudi reddere versus.
Si defendere delictum, quam vertere mallesNullum ultra verbum, aut operam sumebat inanem
Quin sine rivali teque, et tua solus amares.
Vir bonus, et prudens versus reprehendet inertes,
Culpabit duros, incomptis allinet atrum
Transverso calamo signum, ambitiosa recidetOrnamenta, parum claris lucem dare coget,
Arguet ambigue dictum, mutanda notabit:
Fiet Aristarchos;
HOR. De Art. Poet.
Quegli, cui prima che ad ogni altro era solito Parini di leggere i suoi componimenti, e di comunicare le proprie idee era Gian Carlo Passeroni gran Poeta e letterato, che Egli aveva costituito giudice de' suoi versi.
Ben de' numeri mieiGiudice chiedo il buon cantor, che destro
Volse a pungere i reiDi Tullio i casi; ed or nuovo maestro
A far migliori i tempiGli scherzi usa del Frigio, e i propri esempi.
Parini era instancabile nel correggere e limare i suoi componimenti, e si dice, che abbia cancellato fin cento e più volte alcuni versi; eppure era sempre malcontento di se stesso. Gli altri lodano le cose mie, diceva Egli, io non le posso lodare. Ora che sono vecchio conosco dove sta il Bello; se potessi dar addietro di trent'anni, comporrei forse cose non indegne del nome Italiano. Nè più facile e dolce era cogli altri, e principalmente co' suoi scolari: colui, soleva dire, adulato da me sarà un artista infelice, e riescirà forse altrimenti un uomo di segnalata virtù: non debbo ingannarlo, io mediocrità eccellente nelle fortune è pessima nelle facoltà liberali, oltre tutto vuol esser bello ed insigne.
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