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      O Musa che ti metti al Sol di stateSopra un palo a cantar con sì gran lena,
      Che d'ogn'intorno assordi le brigate,
      E finalmente scoppi per la schiena;
      Se anch'io, sopr'alle picche dell'armate,
      Vòlto a Febo, con te vengo in iscena,
      Acciocch'io possa correr questa lancia(6),
      Dammi la voce, e grattami la pancia(7).
     
      3
      Alcun forse dirà ch'io non so cica,
      E ch'io farei il meglio a starmi zitto.
      Suo danno; innanzi pur; chi vuol dir dica:
      Fo io per questo qualche gran delitto?
      S'io dirò male, il Ciel la benedica;(8)
      A chi non piace, mi rincari il fitto(9).
      Non so s'e' se la sanno questi sciocchi,
      Ch'ognun può far della sua pasta gnocchi.
     
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      Mi basta sol se Vostra Altezza(10) accettaD'onorarmi d'udir questa mia storia
      Scritta così come la penna getta,
      Per fuggir l'ozio, e non per cercar gloria:
      Se non le gusta, quando l'avrà letta,
      Tornerà bene il farne una baldoria(11);
      Chè le daranno almen qualche dilettoLe monachine quando vanno a letto.
     
      5
      Offerta gliel'avea già, lo confesso;
      Ma sommene anche poi morse le mani,
      Perchè il filo non va nè ben nè presso(12),
      E versi v'è che il Ciel ne scampi i cani.
      Ma poi ch'ella la vuole, ed io ho promesso,
      Non vo' mandarla più d'oggi in domani;
      Chè chi promette, e poi non la mantiene,
      Si sa, l'anima sua non va mai bene.
     
      6
      Ma che? siccome ad un che sempre ingollaDel ben di Dio(13), e trinca del migliore,
      Il vin di Brozzi(14), un pane e una cipollaTalor per uno scherzo(15) tocca il cuore(16);
      Così la vostra idea(17), di già satollaDi que' libron che van per la maggiore(18),
      Forse potrà, sentendosi svogliata,


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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