2
O Musa che ti metti al Sol di stateSopra un palo a cantar con sì gran lena,
Che d'ogn'intorno assordi le brigate,
E finalmente scoppi per la schiena;
Se anch'io, sopr'alle picche dell'armate,
Vòlto a Febo, con te vengo in iscena,
Acciocch'io possa correr questa lancia(6),
Dammi la voce, e grattami la pancia(7).
3
Alcun forse dirà ch'io non so cica,
E ch'io farei il meglio a starmi zitto.
Suo danno; innanzi pur; chi vuol dir dica:
Fo io per questo qualche gran delitto?
S'io dirò male, il Ciel la benedica;(8)
A chi non piace, mi rincari il fitto(9).
Non so s'e' se la sanno questi sciocchi,
Ch'ognun può far della sua pasta gnocchi.
4
Mi basta sol se Vostra Altezza(10) accettaD'onorarmi d'udir questa mia storia
Scritta così come la penna getta,
Per fuggir l'ozio, e non per cercar gloria:
Se non le gusta, quando l'avrà letta,
Tornerà bene il farne una baldoria(11);
Chè le daranno almen qualche dilettoLe monachine quando vanno a letto.
5
Offerta gliel'avea già, lo confesso;
Ma sommene anche poi morse le mani,
Perchè il filo non va nè ben nè presso(12),
E versi v'è che il Ciel ne scampi i cani.
Ma poi ch'ella la vuole, ed io ho promesso,
Non vo' mandarla più d'oggi in domani;
Chè chi promette, e poi non la mantiene,
Si sa, l'anima sua non va mai bene.
6
Ma che? siccome ad un che sempre ingollaDel ben di Dio(13), e trinca del migliore,
Il vin di Brozzi(14), un pane e una cipollaTalor per uno scherzo(15) tocca il cuore(16);
Così la vostra idea(17), di già satollaDi que' libron che van per la maggiore(18),
Forse potrà, sentendosi svogliata,
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Musa Sol Febo Ciel Vostra Altezza Ciel Dio Brozzi
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