Ove l'armata vada, e chi comanda.
32
S'abbocca appunto con Baldone stesso:
E sentendo ch'egli ha tai gente fatte,
Per rimettere in sesto ed in possessoUna cugina sua, ch'è per le fratte(72);
Ben ben lo squadra, e dice: Egli è pur desso!
Orsù, ch'io casco in piè, come le gatte:
Ed esclama dipoi: Quest'è un'azioneChe veramente è degna di Baldone.
33
Maravigliato allora il sir d'Ugnano;
E chi sei, disse, tu, che sai il mio nome?
Io ti conosco già di lunga mano(73),
Ella rispose, e acciò tu sappia il come,
Celidora son io del re Floriano,
Fratello d'Amadigi di Belpome:
E con tutto che già sieno anni Domini(74)
Ch'io non ti viddi, so come ti nomini.
34
S'ell'è, dic'ei, così, noi siam cugini:
E subito si fan cento accoglienze:
Ed ella a lui ne rende mill'inchini;
Egli altrettante a lei fa riverenze.
Così fanno talor due fantocciniAl suon di cornamusa per Firenze;
Che l'uno incontro all'altro andar si vede,
Mosso da un fil, che tien chi suona, al piede.
35
Poichè le fratellanze e i complimentiFuron finiti, a lei fece Baldone
Quivi portar un po' di sciacquadenti,
O volete chiamarla colazione.
Or mentre ch'ella scuffia a due palmenti(75),
Pigliando un pan di sedici(76) a boccone,
Si muove il campo, e sott'alla sua insegnaCiascun passa per ordine a rassegna.
36
E per il primo viensene in campagnaPappolone(77), il marchese di Gubbiano(78):
Colui che nel conflitto della Magna
Estinse il Gallo e seppellì il Germano(79).
È la sua schiera numerosa e magna:
E perch'egli è soldato veterano,
Ha nell'insegna una tagliente spadaCh'è in pegno all'osteria di Mezzastrada(80).
| |
Baldone Baldone Ugnano Floriano Amadigi Belpome Domini Firenze Baldone Gubbiano Magna Gallo Germano Mezzastrada
|