Sulle tre ore il venticel rovaio,
Che ha spento il lanternone a un bruciataio(105).
47
Nanni Russa del Braccio, ed Alticardo
Conducon quei di Brozzi e di Quaracchi(106),
Che, perchè bevon quel lor vin gagliardo(107),
Le strade allagan tutte co' sornacchi.
Hanno a comune un lor vecchio stendardo,
Da farne a' corvi tanti spauracchi:
E dentro per impresa v'hanno postoGli spiragli del dì di Ferragosto(108).
48
Gustavo Falbi, cavalier di petto,(109)
Con Doge Paol Corbi or n'incamminaGl'incurabili tutti, e 'l lazzeretto,
Gente che uscía di far la quarantina.
Van molti a grucce, in seggiola, e nel letto;
Perchè non son ancor netta farina,
Fan per impresa in un lenzuol che sventola,
Un pappino rampante ad una pentola.
49
Bel Masotto Ammirato anch'egli passa,
Lindo garzon, d'ogni virtù dotato:
Che può, de' soldi avendo nella cassa,
Pisciare a letto, e dire: Io son sudato;
Ma per l'ipocondria che lo tartassa,
Ei si dà a creder d'essere ammalato;
Ma e' mangia, beve, e dorme il suo bisogno,
(Ch'è sino a vespro) e poi si leva in sogno(110).
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Collo scenario in mano e il mandafuora(111),
Va innanzi a' nobil suoi commilitoni;
Pancrazio, Pedolino e Leonora
Lo seguon con un nugol d'istrioni,
C'hanno un'insegna non finita ancora;
Perchè Anton Dei con tutti i suoi garzoni,
In cambio di sbrigar quella faccenda,
È ito al Ponte a Greve(112) a una merenda.
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Don Panfilo Piloti move il passo,
Chè, tracchè per usanza mai sta cheto,
Or ch'ei fa moto, fa sì gran fracasso,
Ch'io ne disgrado il diavol 'n un canneto.
Assorda il mondo più d'ogn'altro il grasso
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