Papirio Gola, ch'appunto gli è dreto:
Il qual vestì di lungo(113), e fu guerriero;
Perocchè poco gli fruttava il clero.
52
E n'ha fatto con esso de' rammanzi(114),
Che un po' di campanile(115) non gli alloga:
E questa è la cagion, che là tra' lanzi(116)
Da soldato n'andò 'n Oga Magoga(117):
Nè quivi essendo men(118) tirato innanzi,
Posò la spada, e ripigliò la toga:
E per lo meglio si risolse alfineTornare a casa a queste stiacciatine(119).
53
Al che tra molti commodi s'arrogeQuel ber del vin, ch'è troppo cosa ghiotta.
Qua(120) birre, qua salcraut(121), qua cervoge;
A casa mia dicea, del vin s'imbotta;
Però finianla: Cedant arma togæ:
Io non la voglio, in quanto a me, più cotta(122):
Guerreggi pur chi vuol, s'ammazzi ognuno,
Ch'io per me non ho stizza con nessuno.
54
Così rinunzia l'armi a Giove, e stimaD'essere il più liet'uom che calchi terra:
Pensa stato mutar cangiando clima;
Ma trovata l'Italia tutta in guerra,
È forzato ferrarsi più che prima:
«Ecco il giudizio uman come spess'erra!»(123)
Crede tornar tra genti quiete e gaie,
E fugge l'acqua sotto le grondaie.
55
Tra Don Panfilo e lui uno squadroneDal Pontadera(124) aspettano e da Vico,
Che parte per la via vanno a Vignone(125),
E parte fanno un sonno a piè d'un fico.
Costoro empion di rena un lor soffione;
E quando sono a fronte all'inimico,
Gliela schizzan nel viso; ed in quel mentreGli piglian gli altri la misura(126) al ventre.
56
L'insegna di costoro è un montambanco,
Che ha di già dato alli suoi vasi il prezzo;
E detto che son buoni al mal del fianco;
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