Che ognun ne compra: e infin chi n'ha in cantina,
Per rivenderlo altrui il fiasco attacca(157):
Si cala al buon mercato, a quella macca(158).
77
Due o tre fiaschi davane a quattrino,
Ed a' poveri davalo a isonne(159);
Talchè tutti tuffandosi a quel vinoS'imbriacaron come tante monne(160):
E subito dal grande al piccolino,
Tanto degli uomin, quanto delle donne,
Cascaro in sonnolenza sì gagliarda,
Che desti non gli avrebbe una bombarda.
78
Quando il Cornacchia vedde il suo disegnoGià riuscito, andò sopr'alle mura,
Ed a' compagni fece il detto segno;
Che bene avendo al tutto posto cura,
Saliro al poggio senz'alcun ritegno,
Senza sospetto aver, senza paura:
Dietro al Cornacchia, lor guidone(161) e scorta,
Dentro al castello entraron per la porta.
79
E perchè ognun dormiva come un tasso(162),
La donna fece farne una funata,
E condursegli a' piedi a baciar basso(163),
E renderle il tributo ognun pro rata.
A Celidora poi restata in Nasso(164),
Cioè da' suoi vassalli rinnegata,
Giacchè tutti voltato avean mantello,
Comandò che baciasse il chiavistello(165).
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Ella ubbidì, temendo ancor di peggio:
E benchè fosse un pezzo in là di notte,
Il pigliarsene subito il puleggio(166)
Un zucchero le parve di tre cotte(167).
Così finito il solito corteggio,
Con due strambelli(168) e un par di scarpe rotte,
Trista e strascina poi, per la boccolicaUn tozzo mendicava all'accattolica.
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Intanto Bertinella del Reame
Garbatamente fecesi padrona:
E de' villaggi e d'ogni suo bestiamePrese il possesso in petto ed in persona(169);
Poi per letizia cavalieri e dame
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Cornacchia Cornacchia Celidora Nasso Bertinella Reame
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