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      Regalò di confetti(170) e di pattona(171):
      E segue ogn'anno di mandarne attorno,
      «per la dolce memoria di quel giorno»(172).
     
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      Tostochè v'ebbe fitto il capo(173), volleChe ognun serrasse il traffico e il negozio,
      Donando a ciascheduno entrate e zolle,
      Acciò se la passasse da buon sozio,
      Ed allegro, a piè pari, ed in panciolle(174),
      Senza briga vivesse in pace e in ozio.
      Ognun vi s'arrecò di buona gana(175);
      Chè la poca fatica a tutti è sana.
     
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      Così mai sempre in feste ed in convitoTirano innanzi questi spensierati:
      Nè moverebbon, per far nulla, un dito,
      Bench'ei credesson d'essere impiccati.
      Non teme della corte(176) chi è fallito;
      Chè tutti i giorni a lor son ferïati(177):
      Non v'è giustizia nè il bargel va fuora,
      Se non per gastigar chiunque lavora.
     
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      Ma, s'io non erro, il tempo è già vicinoChe n'ha a venir la piena de' disturbi;
      Mentre doman, per fare un buon bottino,
      Andremo a dar addosso a questi furbi.
      Così panno sarà di Casentino(178):
      Nè si lamenti alcuno, o si sconturbi;
      Chè chi nuoce al compagno in fatti o in detti,
      Deve saper che chi la fa, l'aspetti.
     
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      Qui tacque il duca: e subito rattacca,
      Col dire alla cugina in voce bassa,
      Che, perch'egli ha la bocca asciutta e straccaIl soggiungere a lei qualcosa lassa.
      Non ho che dir, gli rispond'ella, un'acca;
      Oltrechè la sarebbe carne grassa(179).
      Di' piuttosto in che mo' noi siam parenti,
      Ch'io non paia a costor degl'Innocenti.
     
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      Ed io, che non ne ho gran cognizione,
      E sempre me ne sono stata a detta,
      (Chè tutta la mia gente andò al cassone(180),
      Come tu sai, ch'io ero fanciulletta)


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





Casentino Innocenti