Regalò di confetti(170) e di pattona(171):
E segue ogn'anno di mandarne attorno,
«per la dolce memoria di quel giorno»(172).
82
Tostochè v'ebbe fitto il capo(173), volleChe ognun serrasse il traffico e il negozio,
Donando a ciascheduno entrate e zolle,
Acciò se la passasse da buon sozio,
Ed allegro, a piè pari, ed in panciolle(174),
Senza briga vivesse in pace e in ozio.
Ognun vi s'arrecò di buona gana(175);
Chè la poca fatica a tutti è sana.
83
Così mai sempre in feste ed in convitoTirano innanzi questi spensierati:
Nè moverebbon, per far nulla, un dito,
Bench'ei credesson d'essere impiccati.
Non teme della corte(176) chi è fallito;
Chè tutti i giorni a lor son ferïati(177):
Non v'è giustizia nè il bargel va fuora,
Se non per gastigar chiunque lavora.
84
Ma, s'io non erro, il tempo è già vicinoChe n'ha a venir la piena de' disturbi;
Mentre doman, per fare un buon bottino,
Andremo a dar addosso a questi furbi.
Così panno sarà di Casentino(178):
Nè si lamenti alcuno, o si sconturbi;
Chè chi nuoce al compagno in fatti o in detti,
Deve saper che chi la fa, l'aspetti.
85
Qui tacque il duca: e subito rattacca,
Col dire alla cugina in voce bassa,
Che, perch'egli ha la bocca asciutta e straccaIl soggiungere a lei qualcosa lassa.
Non ho che dir, gli rispond'ella, un'acca;
Oltrechè la sarebbe carne grassa(179).
Di' piuttosto in che mo' noi siam parenti,
Ch'io non paia a costor degl'Innocenti.
86
Ed io, che non ne ho gran cognizione,
E sempre me ne sono stata a detta,
(Chè tutta la mia gente andò al cassone(180),
Come tu sai, ch'io ero fanciulletta)
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Casentino Innocenti
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