T'udirņ volentieri. Allor Baldone
Soggiunse: Or or ti servo: e a tanta fretta(181),
Perchč non gli morķa la lingua in bocca,
Ricominciņ quest'altra filastrocca.
SECONDO CANTARE
Argomento
De' due gran figli del signor d'Ugnano
Prodigioso il natal narra Baldone:
Come s'acquista moglie Florļano,
E vien dall'Orco poi fatto prigione:
Come Amadigi libera il germano,
E il mostro spaventoso a terra pone:
E dice al fin, che l'un di questi duiFu padre a Celidora, e l'altro a lui.
1
Era in Ugnano(182) il duca Perļone
Che sempre all'altarin fidecommisso(183)
Faceva notte e dģ tanta orazioneE tante caritą, ch'era un subisso:
Nč per altro era tutto bacchettoneChe per un suo pensiero eterno e fisso
D'aver prole; perchč della sua schiattaNon v'era, morto lui, nč can nč gatta.
2
Cosģ durņ gran tempo: ma da zezzo,
Vedendo ch'ei non era esaudito,
Essendo omai con gli anni in lą un pezzo,
A mangiar cominciņ del pan pentito:
E quant'ei far solea posto in disprezzo,
Senza voler pił dar del profferito(184)
Gettatosi all'avaro ed al furfante,
Cambiņ la dļadema(185) in un turbante.
3
Di poi tutto diverso e mal dispostoIn modo degli Dei faceasi beffe,
Che s'egli udia trattarne, avria piuttostoVoluto sul mostaccio uno sberleffe(186).
La moglie un miglio si tenea discosto:
E dov'ei dava ai poveri a bizzeffe(187),
Quando picchiavan poi, dalla finestraFacea lor dare il pan colla balestra(188).
4
La plebe, i grandi ed ogni lor ministro,
Che il duca cosģ buono avean provato,
Mentre fu scudo ad ogni lor sinistro,
Ed in lor pro sarebbesi sparato;
Vedutolo cosģ mutar registro,
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