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      E diventare un Turco rinnegato,
      Eran talmente d'animo cattivo,
      Che l'avrebbon voluto ingoiar vivo.
     
      5
      Avvenne, che già inteso un negromante,
      Che un uom, com'era quei, sì giusto e magno,
      Faceva novità sì stravagante,
      Un atto volle far da buon compagno:
      E per ridurlo all'opre buone e sante,
      Non per speranza di verun guadagno,
      Fintosi un baro, a dargli andò l'assalto,
      Un po' di ben chiedendo per Sant'Alto(189).
     
      6
      Rispose Perïone: Fratel mio,
      Se tu te lo credessi, tu t'inganni:
      Tu vuoi ch'io doni per l'amor di Dio,
      Nè sai ch'io piglierei per San Giovanni(190).
      Se t'hai bisogno, che posso far io?
      Che son Fra Fazio(191), che rifaccia i danni?
      E che pensi, che qua ci sia la cava?
      Non è più tempo che Berta filava.
     
      7
      Signor, soggiunse il mago, mi sa maleDi veder che un sì gran limosiniere,
      Ed uom tanto benigno e liberale,
      Caduto sia nel mal del miserere(192).
      Or basta; chi del mio fa capitale,
      Diss'egli, fa la zuppa nel paniere:
      Però va' in pace, tu co' tuoi bisogni,
      Perchè per me tu mangerai dei sogni.
     
      8
      Come, replicò quei, se e' si cicalaChe tu daresti via fin la gonnella;
      Vedendomi spedato e per la mala(193),
      Potrai avere il granchio alla scarsella?
      Poichè tu gratti(194) il corpo alla cicala,
      Disse il duca, io levai questa cannella(195),
      Per quel ch'io ti dirò; perchè se già
      Donai, non era tutta carità.
     
      9
      E' non batteva la mia fine altrove,
      Che ad aver, prima ch'io serrassi gli occhi,
      In ricompensa un dì, piacendo a Giove,
      Della mia donna quattro o sei marmocchi;
      Ma finalmente, dopo mille proveDi dar il lustro a' marmi co' ginocchi,


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Il Malmantile riacquistato
di Lorenzo Lippi (Perlone Zipoli)
Barbera Editore Firenze
1861 pagine 283

   





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