Orsù il provar non ha a costar nïente:
E quando mi costasse anco ben caro,
Vo' farlo per veder se ciò riesce;
Però si mandi al mar per questo pesce.
15
Benchè fusse costui come una pina(204)
Tanto largo, ignorante e discortese;
Per non balzare un tratto alla berlina,
I pescatori vennero in paese(205):
Così pescando lungo la marina,
Questo benedett'asino si prese:
E il cuor 'n un bel bacino inargentato,
A suon di pive al duca fu portato.
16
Ed egli, preso il prelibato cuore,
Lo diede al cuoco: al qual, mentre lo cosse,
Si fece una trippaccia, la maggioreChe a' dì de' nati mai veduta fosse.
Le robe e masserizie a quell'odoreAnch'elle diventaron tutte grosse;
E in poco tempo a un'otta tutte quanteFecer d'accordo il pargoletto infante.
17
Allor vedesti partorire il lettoUn tenero e vezzoso lettuccino;
Di qua l'armadio fece uno stipetto;
La seggiola di là un seggiolino;
La tavola figliò un bel buffetto(206);
La cassa un vago e piccol cassettino;
E il destro(207) un canteretto mandò fuore,
Che una bocchina avea tutta sapore.
18
Il cuoco anch'egli poi non fu minchione;
Perchè, bucar sentitosi in un fianco,
Si vedde prima uscirne uno stidione;
Di poi un guatterin in grembiul bianco,
Che in far vivande saporite e buoneFu subito squisito e molto franco:
E in quel che 'l padre stette sopr'a parto,
Cucinò in corte a lui, al terzo e al quarto.
19
La duchessa, che 'l cuore avea inghiottito,
Cotto ch'ei fu con ogni circostanza,
Anch'ella con gran gusto del maritoStampò due bamboccioni d'importanza:
Grazie e bellezze aveano in infinito,
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