Che in giostra, chi la vuol, se la guadagni.
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Ma che occorre che in ciò più mi distenda,
Mentre la cosa è tanto divulgata?
Però lasciami andare, ch'io ho faccenda,
Avendo sopra un'altra tavolata.
Dice Florian che a' suoi negozi attenda,
Scusandosi d'averla scioperata:
E rimessa la briglia al suo giannetto,
Come un pardo saltovvi su di netto.
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Tocca di sproni e vanne, e giunge in piazza,
Dov'egli ha inteso che s'ha a far la giostra,
Che per veder il popol vi s'ammazza;
E appunto i cavalier facean la mostra.
Sedeva il re, presente la ragazza,
Che quanto adorna e bella si dimostra,
Tanto è confusa, avendo a aver consorte,
Non a suo mo', ma qual vorrà la sorte.
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Florian in contemplar faccia sì bella,
Dove quel crudo balestrier d'Amore
Tira frecciate come la rovella(232),
Sentissi anch'esso traforare il cuore:
E com'uomo di marmo in su la sellaRestò perplesso e pieno di stupore;
Scorgendo Amor, le Grazie, e in un raccoltoLe Trombe(233), e il non plus ultra di un bel volto.
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Poffar, dicea, che bella creatura!
Quell'ostessa davvero avea ragione;
Perch'ella è bella fuor d'ogni misura:
Per me non saprei darle eccezïone.
Capperi! può ben dir d'aver venturaQuello a cui tocca così buon boccone;
Ma s'ella s'ha da vincer colla lancia,
Oggi è quando ci arrischio anch'io la pancia.
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O per tutt'oggi beccomi su moglieNobile, ricca e bella; o veramente
Vi lascio l'ossa. S'ella coglie, coglie;
Se no, a patire: o Cesare, o nïente.
Ciò detto, salta in campo, e un'asta toglie;
Intruppandosi là dov'ei già senteChe appunto il re sollecita, e commette
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Florian Amore Amor Trombe Cesare
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