Per l'altro dė i Piacevoli e i Piattelli(254).
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Benchč il suocero allora e la consorteMaledicesser questo suo motivo(255),
Dicendogli che lā fuor delle porteUn Orco v'č sė perfido e cattivo,
Che persčguita l'uomo insino a morte,
E che l'ingoierebbe vivo vivo;
Con genti ed armi uscė sull'aurora,
Gridando: andianne, andianne, eccola fuora.
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Senza veder nč anche un animale,
Frugō, bussō, girō pių di tre miglia:
Pur vedde un tratto correre un cignaleFeroce, grande e grosso a maraviglia;
Ond'ei che, il dė(256), dovea capitar male,
Si mosse a seguitarlo a tutta briglia;
Non essendo informato che in quel porcoSi trasformava quel ghiotton dell'Orco,
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Che apposta presa avea quella sembianza:
E gli passō, fuggendo, allor d'avanti,
Per traviarlo, sol con isperanzaD'aver a far di lui pių boccon santi.
Cosė guidollo fino alla sua stanza,
Dov'ei pensō di porgli addosso i guanti:
Poi non gli parve tempo; perchč i caniAvrian piuttosto lui mandato a brani.
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Perō, volendo andare sul sicuro,
Non a perdita pių che manifesta;
Perchč a roder toglieva un osso duro,
Mentre(257) non lo chiappasse(258) testa testa,
Gli sparė d'occhio, e fece un tempo scuroPer incanto levar, vento e tempesta,
E gragnuola sė grossa comparire,
Che avrebbe infranto non so che mi dire.
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Il cacciator, che quivi era in farsetto,
E dal sudore omai tutto una broda;
Avendo un vestituccio di dobretto,
Ed un cappel di brucioli(259) alla moda;
Per non pigliar al vento un mal di pettoO altro, perchč il prete non ne goda,
Non trovando altra casa in quel salvatico
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